Dopo aver letto molti post su LinkedIn che denigrano la figura dell’headhunter (e spesso mi trovano d’accordo con chi ha un giudizio-pregiudizio negativo, perché ci sono persone che stanno rendendo questa professione al limite della decenza), vorrei dire anche io la mia, fornendo alcuni “dietro le quinte” per aiutare a capire meglio il mondo nascosto -ma forse nemmeno troppo- degli headhunter. Per cui mettetevi comodi e buona lettura.
Cominciamo con il dire che non esiste una certificazione internazionale per “headhunter”: esistono alcuni riconoscimenti internazionali in ambito HR che in alcuni paesi -soprattutto quali anglosassoni- hanno un valore, nel senso che vengono richieste, un po’ come la certificazione Prince, ACCA, CPA e altre per settori specifici. Senza queste certificazioni, non puoi applicare per molti ruoli. In ambito HR, una delle certificazioni piu’ richieste è quella CIPD. Tuttavia, questa certificazione non ti fa diventare un headhunter! Si può tranquillamente affermare che l’esperienza sul campo e le referenze sono le migliori certificazioni possibili.
Su LinkedIn si può essere ( o non essere) di tutto e di piu’. Nel mio profilo posso scrivere quello che voglio, anche di essere un super-eroe. Forse in futuro la block chain che permetterà di arginare questo fenomeno, per il momento questo e’ quanto. Un unico consiglio: quando vedete scritto headhunter internazionale su profili con 2-3 anni di esperienza…fatevi delle domande. Un headhunter e’ una persona che oltre ad avere la seniority data da anni di esperienza (non necessariamente maturata solo in ambito HR/recruiting, ma spesso come professionista o tecnico di un particolare settore), vanta un ampio ‘database’ di contatti, conoscenze (mi riferisco qui, non solo alle persone, ma conoscenza del mercato, delle tendenze, delle aziende, degli stili manageriali e non ultimo, delle persone che le dirigono). Non me ne vogliano gli junior recruiter, ma lasciate che vi dia un consiglio. Siate pazienti e date tempo al tempo. I risultati si raggiungono piano, piano. Un passo alla volta. Meglio essere piu’ umili, ascoltare di piu’ e auto-referenziarsi meno.
Gli headhunter sono tutti uguali: mi chiedono il cv e poi non si fanno piu’ sentire. Non e’ sempre vero. In mezzo a tanti pressapochisti, ci sono molti professionisti che svolgono egregiamente questo lavoro. Perché lo fanno con passione, a scapito di tutto. Anche qui, bisogna saper cercare, capire se un headhunter di quella Regione, di quel settore specifico, che lavora per quella determinata società di executive search è il nostro target, perché non e’ detto che solo gli headhunter cerchino il profilo giusto: anche il candidato deve cercare il giusto professionista headhunter con il quale dialogare e al quale affidarsi. Ovviamente nell'oceano immenso del mercato HR c’è di tutto. Siate pazienti ma anche selettivi. Affidate il vostro cv e la vostra professionalità a chi può effettivamente gestirla. Personalmente preferisco essere molto chiaro -non sono un tuttologo - per cui se ricevo un cv da un candidato che lavora in un settore che non conosco e dove non ho contatti, lo informo subito. Magari gli fornisco comunque qualche consiglio generale, ma non lo illudo.
C’è una grande differenza tra chi fa l’headhunter per una società di R&S e chi -come il sottoscritto- è l’imprenditore della propria azienda. Le motivazioni sono molto diverse e spesso anche i risultati del proprio lavoro.
Gli headhunter non mi danno riscontro dopo che mi hanno coinvolto in un processo di recruiting e dopo aver fatto un colloquio con loro e/o con azienda cliente. Vero, purtroppo molti non lo fanno, si concentrano sul prescelto e lasciano nel limbo gli altri…e…sbagliano. Il feedback, anche se negativo è sempre apprezzato da chi ha investito il proprio tempo, speranze e a volte denari per andare ad un incontro conoscitivo. Il rispetto delle persone (non candidati, Persone con la P maiuscola) è importantissimo. Personalmente quando devo comunicare un esito negativo, cerco sempre di farlo con la giusta sensibilità perché sono stato anche io un candidato e so che cosa significa stare dall'altra parte, aspettando una risposta. Non dimentichiamolo mai. Siamo tutti venditori, clienti, fornitori, candidati. E’ come un gioco di ruolo, anche se in gioco ci sono le vite (professionali) delle persone.
Gli headhunter non provano sentimenti, non capiscono le frustrazioni di chi cerca lavoro, non hanno umanità. Credo che non dipenda dal fatto di essere headhunter o meno: è una questione soggettiva che dipende dall'attitudine delle persone. Certo se tutto rimane sul virtuale (LinkedIn, e-mail, sms, telefonata/Skype) per alcuni è piu’ facile non essere ‘coinvolti’ emotivamente (nel senso buono del termine), tuttavia gli headhunter vengono pagati dal cliente, non dal candidato, dettaglio non trascurabile. A volte e’ necessario tenere un certo distacco, in ogni caso si può assolutamente mostrare un lato umano, pur rimanendo professionali: in fin dei conti il nostro compito è capire anche quanto il candidato è in grado di gestire lo stress, situazioni non ordinarie, resilienza e attitudini particolari legate al ruolo e le responsabilità che da esso ne derivano. Non si tratta di (in)-umanità, almeno non e’ questo il punto per me: in alcuni casi concordo che l’eccessivo distacco possa generare nei candidati fastidio/frustrazione. Vorrei far notare che lo stesso fastidio/frustrazione provata spesso, quando invio le candidature all’ HRM di un cliente e non mi risponde per 3 settimane con un feedback sui profili, nonostante ci sia urgenza di chiudere la ricerca e nonostante io provi a contattarlo/a via email, telefono, sms, WhatsApp per ricordargli/le che ho bisogno di riscontri da fornire ai candidati che – tra l’altro- non saranno disponibili per sempre.
Gli headhunter guadagnano un sacco di soldi semplicemente ‘girando’ cv ai clienti e aspettando che le cose succedano. Mettiamola così: spesso si vede solo la cima dell’iceberg, mentre il ‘grosso del ghiaccio’ sta sotto il mare. Senza entrare troppo nel dettaglio, lasciate che vi presenti alcuni aspetti di questo lavoro che spesso non si conoscono:
Non e’ vero che tutti lavorano a retainer fee, spesso lo si fa a success fee, perché se non ti sta bene, le aziende cliente hanno la fila di società di ricerca e selezione come la tua, che vogliono lavorare con loro. E’ un prendere o lasciare.
Non e’ vero che quando si inizia un progetto, lo si porta sempre a termine: ci sono 1000 variabili che possono causare il fallimento del progetto e non tutte le cause sono imputabili alla condotta/capacità dell’headhunter. A volte c’è una buona dose di sfiga che si mette in mezzo, credetemi sulla parola.
I termini di pagamento possono essere anche molto lunghi (quando non lunghissimi): se lavori per un’azienda di executive search come recruiter/headhunter probabilmente hai il tuo stipendio mensile (e un premio annuale in base al budget che chiudi), se lo fai da libero professionista, si chiama fare l’imprenditore: metti quindi in conto che lo stipendio mensile non è garantito, ma i costi di gestione e le tasse, quelli si hai comunque, anche quelli derivanti dalla tua vita privata (che esiste, credetemi, anche noi abbiamo moglie, figli, mutuo della casa, e tutto il resto).
Può capitare di perdere i candidati, solo perché l’HRM o l’hiring manager del tuo cliente, non ti danno feedback. Succede piu’ spesso di quanto si creda.
Può capitare di perdere progetti già chiusi, perché il candidato dopo aver firmato la lettera di intenti cambia idea o riceve una contro-offerta. Puoi aggiungere le penali, certo ma poi mentre il tuo cliente va avanti con una causa civile, tu – headhunter- non vieni pagato. Era a success fee, ricordi? Prima vedere cammello, poi pagare….
Se sei un headhunter-imprenditore, oltre che ad occuparti della delivery progetto, devi occuparti anche del business development, è come se un sales manager dopo aver venduto il suo prodotto, deve tornare in azienda a produrlo.
Credo di avervi svelato abbastanza...anche se questi sono solo alcuni aspetti del famoso icebearg nascosto....mi sembrava doveroso puntualizzare alcune questioni che spero aiutino un po’ tutti a capire meglio questo lavoro e le persone che nonostante tutto, lo svolgono con passione e professionalità perché ci credono davvero.